Storytelling, turismo, musei e cityteller, se ne è parlato alla #BIT2014

Torniamo a scrivervi parlando di storytelling.

Abbiamo avuto il piacere in occasione della Bit (Borsa Internazionale del Turismo) che si è tenuta a Milano dal 13 al 15 febbraio 2014 di assistere al panel:

10 ingredienti di successo per diffondere le storie

  • Quanto è importante il ruolo dello storytelling
  • Come comunicare per incentivare l’interesse: storytelling, immagini, video…

Con speakers:

  • Alessio Carciofi, Business Travel Coaching
  • Andrea Fontana, Imprenditore, Docente e Storytelling Expert
  • Alessandro D’amore, Archeologo e Web Editor,  #svegliamuseo
  • Lorena Petriccione, Project Manager studioand e Responsabile Comunicazione, #cityteller

Argomento sempre interessante e parola ultimamente molto abusata quella dello “storytelling”. Ma non se a parlarne è Alessio Carciofi e Andrea Fontana (che come lui stesso ci tiene a precisare ha iniziato a parlare di storytelling nel lontano 2006).

Alessio Carciofi ha parlato dei 5 ingredienti di una storia. Scopriamoli assieme:

1) Individuare gli obiettivi

 Individuare glii obiettivi di comunicazione, di posizionamento, di  marketing. Bisogna ragionare per obiettivi e per come raggiungerli!

2) Comunicare il perchè

Tutti dicono cosa fanno, pochi comunicano come lo fanno . “Faccio scarpe “ ma nessuno dice come le fa e soprattutto perchè le fa.

Lavorare sul perchè fate una cosa. Alessio ci tiene a precisare che ora le agenzie di viaggio, le strutture non vendono più viaggi ma devono vendere emozioni! Devono andare ben oltre! Vendete esperinze.

3) Individuare le personas

Le persone a cui dovrò comunicate la mia storia. Devo analizzare le persone a cui voglio rivolgermi, le persone che mi seguono, i miei lettori e capire cosa vogliono e quali sono le loro storie.

 4) Individua la storia da raccontare

La storia non è la foto, non è il post, non è il video, la storia va ben oltre.

Carciofi ci tieni a precisare che tutte le storie sono fatte allo stesso modo: inizio, intermezzo in cui compaiono altri attori, e fine.

Il famoso monomito di Campbell parla di  partenza, iniziazione e di ritorno. 

La partenza si occupa dell’eroe che aspira al viaggio;l’iniziazione contiene le varie avventure del protagonista lungo la sua strada, e il ritorno è il momento in cui l’eroe torna a casa con la conoscenza e poteri acquisiti lungo il cammino. Non è questo il turista?

Il turista ha la preparazione al viaggio, l’anticipazione del sogno, il viaggio, l’esperienza e il ritorno ( post esperienza). Translate tutto questo nella vostra struttura marketing e otterrete la storia perfetta!

5) Miscelare tutto questo per creare la transmedia storyteling:

Devo individuare la storia e individuare i canali dove far circolare la storia e come farla circolare. Ogni canale deve dare un valore aggiunto al racconto.

 La cosa importante che non dovete dimenticare, hanno ribadito sia Carciofi che Fontana, dopo il prodotto si crea la storia. Ma prima di tutto analizzate il vostro prodotto!

E infine analizzate la conversazione in rete. Non bisogna partire dal fondo, dalla conversazione! Iniziare dal vostro prodotto, si creerà la storia e si  arriverà alla conversione!

Secondo Carciofi i social network sono i nuovi falò digitali dove le persone si trovano a raccontare delle storie.

Come deve essere la storia per lievitare ed avere successo?

  • rilevante,
  • profonda e di valore,
  • facile da ricordare e unica,
  • piacevole da ascoltare,
  • deve seguire i trend del momento,
  • deve aggregare, confondersi e diffondersi con la vostra storia e la loro immagine,

e…. muovere le corde del cuore!

 

Andrea Fontana invece spiega alcuni concetti e applicazioni dello storytelling al turismo.

Lo storytelling di impresa, di vita, di territorio ha delle ripercussioni economiche. Vi ricordate le storia di Bugarach, paese famoso nel 2012 dove ci saremmo dovuti tutti salvare dall’ apocalisse?

Questo è un esempio di narrazione  che ha portato nel 2010 a farne parlare ovunque. Sono triplicati i prezzi delle case e moltissimi hanno comprato casa li. Hanno creato dei racconti transmediali legati a questa storia per arrivare fino a farne parlare ai telegiornali.

Il racconto non necessariamente deve essere collegato ad una realtà come in questo caso. Qui è stata usata l’ immaginazione. Ma ha avuto comunque ripercussioni economiche.

Altro esempio il libro Significal object: esperimento dove dei giornalisti hanno comprato 100 oggetti a 1 dollaro l’uno. Oggetti semplice e banali e li hanno dati a 100 scrittori loro amici dicendo di scrivere dei micro racconti intorno a questi oggetti. E’ stato un successo enorme:gli oggetti sono stati messi in vendita su ebay, e il loro valore si è incrementato.

Consigliamo questo libro con tanto di formule matematiche che dimostrano che da un racconto il  ritorno è di 1 a 3. Con un racconto un prodotto vale 3 volte tanto un prodotto senza racconto.

Se fatto bene naturalmente, ci tiene a precisare Andrea Fontana.

Anche Fontana ribadisce che video, foto , post di facebook non sono storie! Servono abilità narrative! Non si nasce storyteller!

Se la narrazione è fatta bene, emoziona il nostro pubblico. Un racconto ha ripercussioni psicologiche, economiche ma anche emozionali agendo sul ricordo.

E’ necessario creare sempre un ricordo che ha dentro personaggi, ambientazioni, testi, immagini, che dovrebbe farci identificare e ricordare le nostre storie.

Un racconto di brand o di prodotto, deve raccontare la vostra storia nella mia storia!

Ed è qui la difficoltà. Devo conoscere il mio pubblico e i  miei lettori e impersonare il loro racconto nel mio.

Il racconto non è la storia. E’ la rappresentazione della storia. Quali sono gli ingredienti di una storia?

1- punti di vista ,
2- sistemi di personaggi orientati al  pubblico : identificato e identificabile,
3- soluzione di un conflitto. I racconti veri partono da tensioni sociali ,
4- sistema di miti: significati profondi,
5-un copione preciso.

Si può fare con testi, immagini, video, ma devono essere rispettati questi passaggi.

Il luogo può essere misterioso, evocativo.

Infine Fontana chiude il suo intervento spiegandoci il modello operativo: conoscere i lettori, costruire con loro la storia e gestirle online e offline. In tutto questo serve un project management. Non si può improvvisare!

 Alessandro D’amore, Archeologo e Web Editor,  ha parlato poi del progetto #svegliamuseo. #svegliamuseo è un progetto sperimentale nato per aiutare i musei italiani a ottenere una migliore comunicazione online. L’obiettivo è accendere i riflettori sul problema e portarli a capire l’importanza di comunicare e twittare con il pubblico.

L’idea è quella di chiedere un consiglio ai digital communication manager dei musei stranieri, per suggerire le migliori pratiche per “svegliare” i musei italiani, online e sui social network. I musei italiani sono molto arretrati… ce la faranno?

Infine Lorena Petriccione, ha presentanto  Cityteller  è una mappa geo-emozionale che racconta le città attraverso i libri grazie al contributo degli utenti.

Cityteller nasce dal concetto di storytelling ovvero la capacità di creare emozioni attorno al racconto di qualsiasi cosa. Il racconto viene inteso come condivisione di un’esperienza, di un’emozione. L’idea è di raccontare i luoghi attraverso le descrizioni prese  nei libri, una vera e propria mappa letteraria che racconti il nostro paese.

Credo che tutti i protagonisti di questo intervento ci hanno dato ingredienti, suggerimenti, case history che da oggi potrete iniziare ad applicare ai vostri prodotti per raccontare la vostra storia!

Siete pronti a raccontare il vostro prodotto?

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